LA SANTA INQUISIZIONE A FERRARA TRA MITO E REALTA'


Chiesa di San Domenico sede del tribunale della santa inquisizione 

La chiesa di San Domenico, attualmente chiusa in seguito al sisma del 2012, è tra i maggiori complessi religiosi cittadini. La prima chiesa di San Domenico fu eretta a Ferrara nel 1274, ma fu demolita e ricostruita nello stesso posto nel 1726 dall'architetto Vincenzo Santini, sotto il vescovo Tommaso Ruffo. Oltre ad essere nota per conservare al suo interno uno dei cori lignei più antichi (Giovanni Baisi, 1384) dell’Emilia Romagna, e importanti opere dello Scarsellino, del Bononi, di Giuseppe Avanzi, Giuseppe Zola e Giovanni Battista Cozza, la chiesa è tristemente famosa per essere stata la sede ferrarese del Tribunale della Santa Inquisizione dal 1265 fino all' annessione al Regno D'Italia. Il tribunale fu abolito e ripristinato varie volte nel corso dei secoli, e nei momenti di "massimo splendore" aveva competenze anche nei territori del ducato di Modena e Reggio Emilia. ll processo inquisitorio era considerato un'arma per il mantenimento del controllo sulla popolazione; nel tempo, si giunse a “semplificare” sempre di più il processo stesso, arrivando a considerare sufficienti all'erogazione della pena capitale anche solo due testimonianze di chi avesse “visto” il reato, o la confessione del malcapitato, estortagli con la tortura. Una importante testimonianza la si trova nel "Libro de' giustiziati in Ferrara", un codice miniato del XVI secolo, nel quale sono elencati nomi, cognomi e professioni dei condannati a morte a Ferrara tra il 1441 e il 1577, assieme alla causa e al luogo della condanna; il prezioso manoscritto è custodito presso la Biblioteca Ariostea di Ferrara. In pieno rinascimento, tra il ducato di Niccolò III (1393-1441) e il governo di Alfonso II, l'ultimo a reggere il ducato di Ferrara fino alla devoluzione del 1597, furono eseguite ben 853 condanne a morte. I reati non erano solo legati a eresie o atti di stregoneria, ma riguardavano anche la sfera civile, come furti e omicidi. L'Inquisizione ferrarese si rivelò magnanima con le donne, infatti le condanne femminili risultano solamente ventidue di cui solo due per stregoneria. Il gentil sesso spesso e volentieri veniva scarcerato dopo aver abiurato. Tutte le esecuzioni si tenevano in pubblico, sul sagrato antistante la facciata della chiesa a monito per il popolo.
Tra i processi condotti a Ferrara dal Tribunale della Santa Inquisizione si ricorda quello al mago Benato, accusato di utilizzare la magia ai danni di Leonello d’Este, marchese di Ferrara (1441-1450): guai a mettersi contro un nobile! Che sia stato un ciarlatano o no, fatto sta che dopo che fu tragicamente consumato dal rogo, sulla città di Ferrara si abbatté un terribile terremoto, che fu interpretato negativamente, come se si fossero adirate le forze degli inferi... non fu fatta alcuna correlazione sul fatto che anche alla morte di Gesù accadde lo stesso fatto...meglio non ammettere di aver commesso lo stesso errore due volte, e quindi è meglio far credere che il terremoto sia stato causa di Lucifero che sbatteva la porta dell'inferno...
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