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Ricostruzione del castrum,dei borghi e della Cattedrale |
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Ferrara città antica, città del fiume Po di cui ancor oggi si possono distinguere le tracce, incise indelebilmente nell’antico tessuto urbano. Le ritroverete seguendo l'itinerario insolito e suggestivo che vi proponiamo all’interno del Castrum, il primo nucleo generatore della città di Ferrara. Si tratta di un antico insediamento militare, nato sulla riva sinistra dell’antico corso del Po, fondato dai bizantini di Ravenna per arginare l’invasione longobarda. Esso è stato individuato nel sistema di strade a forma di ferro di cavallo attorno a via Porta S. Pietro. Tale zona è definita, da ovest ad est, dalle vie Cammello, Carmelino, Borgo di Sotto e via Ghisiglieri; parallelamente a queste, altre vie descrivono una curva più interna formata dalle vie Belfiore e Fondobanchetto. La base dell’area è costituita dalla via Coperta, mentre via Carlo Mayr la chiude a sud. All’interno del Castrum si innestano, inoltre, altre tre vie, quali via Volta Casotto, via Salinguerra e via Fossato dei Buoi.
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Le Vie del Castrum |
Il “Castrum Ferrariae” è indicato anche col nome di “Castrum Curtensium” o “Castello dei Curtensi” (da non confondersi con la roccaforte in essa compresa e sede del governo civico), denominazione che, fra l'altro, appare ufficialmente in un proclama del 1053 emanato dall'Imperatore Enrico III a Pontelagoscuro.
I curtenses erano i vassalli e i valvassori, ovvero i proprietari terrieri che si assoggettavano al signore feudale, promettendogli fedeltà e aiuto militare in cambio di protezione e benefici. Essi abitavano la "Corte", cioè quell'aggregato chiuso, dominato dal castello del signore, in cui il rapporto economico si svolgeva nella forma diretta dello scambio in natura: la così detta “economia curtense”. I curtenses ferraresi, raccolti nel Castrum Ferrariae, erano in sostanza i signori feudali orientati verso l'Imperatore, che lasciava loro un largo margine di autonomia.
All'inizio del VII secolo venne eretto, a difesa del neonato Castrum, un vero e proprio quartiere fortificato che, tra il IX e il X secolo, assumerà le caratteristiche di un “castello”, che quindi è soprattutto “castello dei curtensi”.
Con l’espansione della città verso ovest, la difesa offerta dal Castrum divenne ben presto insufficiente. Si rese così necessario realizzare una nuova difesa cittadina lungo il fossato perimetrale (la Fossa Civitas): una lunga cinta fortificata con terrapieni il cui caposaldo militare fu una rocca chiamata Castel Tedaldo (Castrum Thedaldi), situata sulla parte elevata del borgo superiore, dalle parti dell’odierna Piazza XXIV Maggio. Il castello venne edificato nel 984 dal Marchese Tedaldo di Canossa, nonno di Matilde, che, come feudatario imperiale fedele agli Ottoni di Germania e conte di Modena, Reggio, Mantova, Brescia e Bologna, già possedeva nel territorio ferrarese importanti feudi.
Le vie del Castrum bizantino
Via Saraceno
Oltre l’incrocio con le vie Terranuova e delle Scienze, via Mazzini prende il nome di via Saraceno; queste due strade, insieme all'attuale via Garibaldi, costituivano l’antica via dei Sabbioni, sviluppatasi in epoca medievale. È una delle strade più antiche di Ferrara: in origine venne denominata via Sablonum, in quanto cosparsa di sabbia (o meglio, di sabbione del Po).
Porta San Pietro - ex Chiesa dei SS. Pietro e Paolo
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Ex Chiesa di San Pietro e Paolo Ex Basilica prima della costruzione del Duomo |
Al n. 20 di via Porta S. Pietro si trova l’ex Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, già esistente nel X secolo. Era la più importante chiesa del Castello dei Curtensi, col rango di Basilica, poiché ospitava il Vescovo (che risedette a S. Giorgio dall’VIII secolo fino alla metà del XII) per le funzioni che svolgeva quando si trasferiva sulla riva sinistra del Po. Oggi la chiesa non esiste più: rimaneggiata nel corso dei secoli, nell'ultimo restauro è stata portata alle sembianze originali nella parte esterna, mentre l’interno è adibito a sala cinematografica. Ricorda lo storico luogo solo una targa esterna.
Porta di San Pietro.
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Porta di San Pietro ex Porta della Vigna |
Originariamente chiamata Porta della Vigna per via delle vigne che i vescovi di Ferrara possedevano nelle vicinanze, serviva per il passaggio all’isola o polesine di Sant’Antonio (dove si trova il monastero di Sant’Antonio in Polesine). Scavi Archeologici, vicino all’incrocio tra via porta San Pietro e via Carlo Mayr, hanno portato alla luce le tracce delle mura medievali e della torre che fiancheggiava l’antico accesso.
Nel 1451, la porta fu abbattuta e spostata per volontà di Borso D’Este in fondo all’attuale via Quartieri. La “nuova” Porta di San Pietro, composta da una torre a base quadrata con ponte levatoio, fu inglobata nelle nuove fortificazioni meridionali della città, divenendo ben presto un importante presidio commerciale e militare. Nei locali della porta si effettuavano operazioni di pesatura delle merci (carne, pesce, sale, spezie, ecc.), e si esigeva la riscossione del dazio.
Col subentro dello Stato Pontificio nel 1598, la porta venne smantellata e interrata.
È stata riaperta e restaurata tra il 2001 e il 2002 e attualmente collega la città al percorso cicloturistico delle mura.
Via Coperta e “al vultòn dil strég” (Volto delle Streghe)
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Via Coperta e il Volto delle Streghe |
Anticamente conosciuta come via delle Volte o dei Volti, fu chiamata in seguito via Coperta, per la presenza di molti cavalcavia che in passato la rendevano quasi interamente “coperta”.
Oggi esiste un solo volto, quello di casa Pisani, detta anche casa del Capitano (via Coperta 9 / Voltacasotto 16), una delle abitazioni misteriose del Castrum: la leggenda vuole che sotto “al vultòn dil strég” (il voltone delle streghe, in dialetto ferrarese) di notte si dessero appuntamento le streghe.
Durante il restauro del 1973 all’interno del cortile, furono riportati alla luce frammenti di vasi ed altri reperti risalenti al VII secolo e un tratto delle mura altomedioevali del Castrum, di circa 5,10 metri, con l’orientamento Nordovest-Sudest (parallelo all’antico corso del Po di Ferrara).
Sul lato Nord-Nordest di via Coperta si trova un muretto che continua su via Volta Casotto: in questo spazio, secondo la tradizione, sorgeva il castello degli Adelardi.
Via Belfiore e le prigioni dei Curtensi
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Chiesa dei SS Simone e Giuda |
Originariamente chiamata la strada dei Sacchi, dall’antica Confraternita del Sacro Cuore di Gesù detta dei Sacchi, che dal 1763 al 2000 a fasi alterne, svolse la propria attività presso la Chiesa dei Santi Simone e Giuda (civico 17): la chiesa, di origine molto antica, come le altre del Castrum, ha subito diverse vicissitudini. Oggi l'edificio non è più luogo sacro, ed è stato adibito a spazio espositivo. In tempi remoti la chiesa aveva la giurisdizione delle prigioni del Castello dei Curtensi, situate al civico 46 di via Belfiore (oggi qui vi è una casa). Secondo la tradizione, le prigioni erano dotate di sotterranei, in cui venivano tenuti i carcerati fino alla morte. Alcune leggende narrano di spettri, fantasmi ed anime in pena, che ancora si lamentano e vagano per la via alla ricerca di un po’ di tranquillità.
Via Fondobanchetto – “in Fondo al Banchetto”
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Palazzo dei Salinguerra-Torelli in via Fondobanchetto |
Il nome Fondobanchetto deriva da uno storico e documentato avvenimento del giugno del 1240: la città era assediata da Azzo VII d’Este, acerrimo nemico di Salinguerra II, signore di Ferrara. I due, dopo tre mesi di sanguinosi combattimenti, giunsero ad un accordo per spartirsi il dominio della città. Per suggellare il patto, e con esso la fine delle ostilità, Salinguerra II invitò gli estensi ad un sontuoso banchetto, che si tenne in uno dei suoi palazzi in fondo alla strada (numeri civici 43-45). Tuttavia, giunti in “fondo al banchetto”, il signore di Ferrara fu preso a tradimento dall’estense, condotto per la via Grande (oggi via Carlo Mayr - via Ripagrande) all’antica porta di San Paolo e qui imbarcato sul Po alla volta di Venezia, dove morì prigioniero cinque anni dopo.
Via Salinguerra
Il nome della strada è in memoria della famiglia ghibellina dei Torelli - Salinguerra, e qui si trovava il loro castello, all’incrocio con l'attuale via Carlo Mayr. Il castello era dotato di torri, fossati, terrapieno e vallo, realizzati per garantire la sicurezza della fazione ghibellina. Sarebbe stato gravemente danneggiato nella prima metà del XIII secolo, al tempo di Azzo VII, e demolito nel 1676. Oggi esiste solo una targa a memoria del luogo.
Via Fossato dei Buoi
Nella via vi era un piccolo canale dove venivano fatti abbeverare i bovini destinati alla macellazione, che avveniva all’interno del Castrum poco distante dalla chiesa di San Pietro. Via Fossato dei Buoi non era molto lontana dal “pratum bestiarum” dove pascolavano i bovini, area verde che prima della sua urbanizzazione, avvenuta a partire dal 1386, si estendeva sul lato destro di Corso Giovecca (tra via Coramari e l’attuale viale Alfonso I d’Este).
Contenuti e Foto pubblici
Per chi volesse approfondire gli argomenti qui trattati, consigliamo la lettura della pubblicazione "Passeggiando per Ferrara" del Prof. Francesco Scafuri, da cui le informazioni riportate sono state tratte. Il file è scaricabile al link:
http://servizi.comune.fe.it/attach/artistife/docs/libro_passeggiando.pdf